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Il Museo di Casa Professa è aperto (open):
Lunedì Monday: ore 9,30-18,30.
Martedì Tuesday: ore 9,30-18,30.
Mercoledì Wednesday: ore 9,30-18,30.
Giovedì Thursday: ore 9,30-18,30.
Venerdì Friday: ore 9,30-18,30.
Sabato Saturday: ore 9,30-18,30.
Nelle festività religiose il Museo rimane chiuso
(On religious holidays the Museum is close)

E' possibile visitare il Museo, le Cappelle e le Navate laterali anche quando vengono celebrati i Matrimoni.
L'ultimo ingresso al Museo è alle 18,00.
The last entrance to the Museum is at 6 pm.
info: federica1107@hotmail.it

cell. 3206112533 dott.ssa Federica Dipietro
(scrivere solo su write only on Whatsapp)
Informazioni sui ticket: vedere sotto.

Il percorso museale si compone di otto cappelle laterali, quattro absidiole, l’abside centrale, la sacrestia, la Cripta e sei sale dislocate su tre piani diversi, accessibili anche tramite un ascensore.

La sacrestia monumentale è concepita come una cappella e conserva al suo interno una pregevole armadiatura in legno di noce finemente intagliata con statue di santi, profeti, scene della Passione e Crocifissione, realizzate tra il 1621 e 1634 ad opera del gesuita Giovanni Paolo Taurino.

Il Museo, inaugurato nel 2009, custodisce opere artistiche e manufatti artigianali di inestimabile valore. L'area d'esposizione, estesa su tre livelli, accessibili con l'ascensore, si articola in alcune sale tematiche. La Sala I è la Sala dei Paliotti in cui vengono custoditi alcuni originali paliotti di epoca barocca a tema figurato ed architettonico. 

Tra di essi emergono, per eleganza e raffinatezza esecutiva, quelli impreziositi da grani di corallo autentici di Trapani e fili d'oro e quello con l’imponente "Carro della Fede trainato dai quattro Evangelisti e dai Santi Ignazio e Francesco Xavier" della prima metà del XVII. 

La Sala II, denominata Sala del Crocifisso, presenta alcuni elementi architettonici di quella che era la chiesa medievale dei Santi Cosma e Damiano. All'interno la sala contiene varie opere della spiritualità gesuitica tra cui uno splendido crocifisso “doloroso” in legno di B. Tronchi (1588) ed altri manufatti di scuola trapanese. 

La Sala III, detta “La Farina”, espone una selezione di maioliche appartenenti alla donazione La Farina ed alcune opere pittoriche tra cui un paesaggio ottocentesco di Francesco Lojacono e la battaglia di Garibaldi del padre Luigi Lojacono. Al primo piano si trova la Sala IV detta “La Nuza” che ospita una raccolta di dipinti dalla fine del XV al XIX sec tra cui l’opera di Joos Van Cleve “Gesù dormiente in braccio a Maria” ed il dipinto con il bozzetto dell'antico affresco della volta della Chiesa del Gesù “La Gloria di S.Ignazio da Loyla e della Compagnia del Gesù" del pittore Filippo Randazzo; un prezioso altare in ambra, recentemente restaurato, con sei candelieri in ambra; stauroteche in cristallo di Rocca; l’ostensorio con pietre preziose di Antonino Nicchi. All’interno delle altre teche sono esposti importanti suppellettili liturgiche del Seicento e del Settecento.

Dall’area museale al piano terra si accede, scendendo una breve rampa ad un antro sotterraneo che immette alla desueta area di sepoltura riservata ai padri gesuiti. Il luogo è identificato anche con il nome di Antro di S. Calogero in riferimento all’antica chiesa ipogea di S. Calogero in Thermis che, secondo la tradizione, fu dimora e luogo di preghiera del Beato Calogero vissuto a Palermo nel IV sec. d.C. 

La Cripta si articola in due vani irregolari a pianta quadrangolare scavati interamente nella roccia; il primo vano ospita due altari mentre il secondo vano, con copertura a volta, presenta sulle pareti alcune nicchie semicircolari e da tracce di pittura parietale affiora l'effige della Vergine con il Bambino.

Al secondo piano del Museo di accede all’Oratorio della Croce e del martorio di Cristo o Cappella del Sabato: l’oratorio prende l’appellativo del Sabato dall’ultima congregazione a cui viene affidato, quella della Croce e Martorio di Cristo, che si riuniva in tale giorno settimanale. 

Nel 1693 i Gentiluomini commissionano al giovane Procopio Serpotta, figlio di Giacomo, la decorazione della cappella. L'Oratorio, ad aula unica e rettangolare, presenta le pareti ornate da Allegorie ovvero statue in stucco ispirate alle Virtù affiancate a cornici dove erano alloggiate le tele raffiguranti eroine bibliche, probabilmente trafugate dopo l'allontanamento del 1767 dei Gesuiti. 

 Lungo le pareti un tripudio di putti ed angeli in stucco incorniciano gli affreschi e contornano i tondi. L’altare in marmo policromo custodisce il tabernacolo ed è sovrastato da un dossale in legno dorato, con anteposto un crocifisso dei primi del Seicento. Sulla volta, lo splendido affresco della Vergine incoronata protettrice delle Arti insieme a figure di Profeti e Dottori della Chiesa, mirabile opera pittorica settecentesca attribuita al pittore siciliano Filippo Randazzo. Il pavimento in marmo del 1908 sostituisce uno precedente in maioliche a figure zoo-fitomorfe dei primi del Settecento. Rimosso e trafugato, è stato successivamente recuperato ed oggi è esposto per parti e montato su pannelli a quadroni, nella sala antistante l’Oratorio.


Si chiede un contributo di  6€ per tutto il complesso. Per la chiesa 2 €.

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